Radici e sviluppi delle Costellazioni Familiari Sistemiche

“La cosa più importante è che ho visto che dietro a ogni comportamento, per quanto strano possa sembrare, agisce l’amore”.

B. Hellinger (1)


Bert Hellinger racconta di aver incontrato le Costellazioni Familiari una prima volta durante un seminario con Thea SchÖnfelder in Germania e successivamente da Ruth McClendon e Leslie Kadis, nelle Montagne Rocciose. Inizialmente non gli era chiaro ciò che accadeva e agiva all’interno di quelle esperienze, ma ne fu profondamente colpito:

“Il loro lavoro mi fece una grande impressione, però non lo capivo. Decisi comunque che avrei operato con un approccio sistemico. Poi, pensando al lavoro che avevo fatto fino a quel momento, mi resi conto che era altrettanto valido. Così decisi che non l’avrei abbandonato finché non avessi davvero compreso la terapia sistemica. Perciò continuai a lavorare come prima. Dopo un anno mi misi di nuovo a pensarci e rimasi sorpreso perché mi accorsi che stavo già operando in un’ottica sistemica” (2)


Hellinger allora aveva già un’esperienza ventennale sulle dinamiche di gruppo, conosceva lo psicodramma di Moreno, la Ricostruzione Familiare, sviluppata da Virginia Satir e la Gestalt. Egli aveva già sviluppato un approccio integrato tra la Terapia della Gestalt, la Primal Therapy di Janov e l’Analisi Transazionale con ciò che aveva appreso sulle dinamiche di gruppo e la psicoanalisi. Altre importanti esperienze vennero da seminari sulla Terapia ipnotica di Milton Ericson, la programmazione Neurolinguistica, la terapia della provocazione di F. Farelly e la terapia dell’abbraccio di Jrina Precop. Fu importante per Hellinger anche il lavoro di Boszormenyi-Nagy, che nel libro “legami nascosti” aveva dato una visione profonda delle strutture di base delle interconnessioni sistemiche, frutto di decenni di esperienza e ricerche sui legami transgenerazionali, svelando l’esistenza di alleanze nascoste e del bisogno di equilibrio, nelle famiglie, tra il dare e il ricevere.

Nei suoi libri Hellinger racconta che una delle sue prime e più importanti intuizioni, che dettero una svolta nella comprensione delle dinamiche delle Costellazioni, fu quella di capire che il “copione di vita”, di cui parlava Eric Berne, non sempre è nostro, ma spesso appartiene a qualche membro della nostra famiglia che è stato escluso in precedenza. Così qualcuno che arriva dopo nel sistema familiare, di solito i più piccoli, si prende inconsapevolmente il carico di “rappresentare” la persona esclusa, ripetendone il destino.


Bibliografia

(1) Hellinger B. Ordini dell’amore Prima edizione Universale economica. Milano: ed. Feltrinelli; 2013. pag 444

(2) Hellinger B. I due volti dell’amore- Prima edizione. Saturnia: ed. Crisalide; 2002. pagg 397

 

Dalle Costellazioni Familiari classiche ai “Movimenti dell’Anima”

Costellazioni Familiari e Sistemiche individuali in presenza